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Diviso in due parti, il volume nella prima dispiega duecentodue aforismi che illuminano, come luci stroboscopiche, proscenio e recessi della messa in scena del dibattito della e sulla sinistra, della e sulla politica. Seguiti, nella seconda parte, da una giustapposizione di titoli di libri con altre centinaia di frasi, attinte da discorsi e riflessioni altrui. L'autore enuncia e denuncia perché lo ha fatto: "Il disagio e l'indeterminatezza quotidiani si alimentano di flash, di spezzoni, di momenti di condivisione o di ripulsa che assumono la forma di pensieri convincenti, di analisi appropriate, di spunti graffianti, di ironie rivelatrici, di sorrisi amari, nel tentativo di non farsi risucchiare definitivamente dall'estraneazione". La penna non è intinta nell'acido muriatico dell'antipolitica, piuttosto nella necessità di fare riprendere corpo, cervello e anima all'impegno organizzato per la comunità. Cosicché il libro sembra snobbare i tempi correnti e, invece, ne è avvinto. Un agile gioco di squarci del pensiero, esplicativi per riflettere, sorridere o indignarsi.