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"Adesso altre pecore" è un romanzo sulle anime migranti, ma il tema principale è solo lo spunto per una scrittura libera, giocosa, leggera. Il protagonista è convinto d'aver vissuto infinite volte e racconta dei tempi lontani in cui era corbezzolo, molecola organica, abete in una pista di sci. La sua adorata Adelina è caduta in un dirupo a Canale Monterano e lui crede che si sia reincarnata nell'orologio a cucù appeso in salotto. Spera che prima o poi si rompa e che l'anima di Adelina trovi alloggio nel corpo di una donna perché del cucù non è proprio contento. Quando ciò accade si reca a Parigi alla sua ricerca accompagnato da un'amica barbona ex docente universitaria e da un ladro in pensione che sostiene d'esser fittizio, inventato. A Parigi ha inizio l'azione vera e propria, il ritmo si fa serrato come in un poliziesco, con fughe in taxi, risse, raffiche di mitra, travestimenti, svenimenti. L'assunzione prolungata di queste pagine può provocare crisi di rigetto degli altri libri. Capita a Ciro che adesso non riesca a leggere neanche il suo amato Proust, apre La strada di Swann e subito rigetta il libro dalla finestra urlando improperi contro Odette e Madame Verdurin. Lo stesso accade con molti altri libri famosi, legge due righe e gli scattano i nervi, urla come un dannato, picchia la sorella, poi si legge un capitolo di Adesso altre pecore e si calma. Altri effetti collaterali non ce ne sono, ma va pur detto che l'intolleranza per i classici è un disturbo grave.