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In un panorama fisico e cognitivo che in misura sempre maggiore si dà attraverso protesi e schermi, gli spettri (le merci fatte immagini, i corpuscoli disordinati di memoria personale e culturale, i simulacri d'identità...) infiltrano capillarmente la carne e creano corpi eterei, educati morti viventi che provvedono con effervescente diligenza al proprio asservimento e al proprio controllo. I reparti scelti della Continuità Umanistica iniettano in dosi equine il rimedio suggerito dai prontuari, una miscela di Realismo, Tradizione e Intersoggettività; ma contrariamente alle loro rassicurazioni non funziona. I contagiati, che solo per intervalla riacquistano la lucidità, si domandano: come resistere a sé stessi? Non è un romanzo di fantascienza apocalittica, non è un videogioco né un film: questi spettri, e questa carne, siamo noi. Gli interventi su Isabella Santacroce, Valerio Magrelli, Gabriele Frasca, Tiziano Scarpa, Aldo Nove, cercano la temperatura spettrale della letteratura nostra, d'oggi, e lo fanno più con il calore della circolazione sanguigna che non con la freddezza razionale. Ne esce allora un quadro, ne esce lo stesso un quadro, ma vivente, non museale.