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Il tempo è ovunque. In una forma che potremmo definire "romanzo epistolare 2.0", il libro si presenta come autoritratto dello scrittore-protagonista in cui la logica e la disperazione del quotidiano, il gioco e lo strazio degli amori, l'andirivieni dei viaggi tra Italia ed Europa si mescolano in un affresco caleidoscopico che racconta mille e una storia attraverso scorci di vita vera. Il "me", mittente delle email e delle conversazioni in chat, percorre una parabola che lo trascina in salita e lo rigetta in picchiata, seguendo un duplice percorso: "Tempo" è una sorta di DNA, in cui una delle due eliche è la comunicazione scritta dei social network, con il suo codice di abbreviazioni e di ambiguità; l'altra è la fotografia, che fa da specchio, rimando, suggestione. "Me" lavora, ama, si distacca da se stesso aderendo alle pareti di un vero e proprio tunnel, in frammenti di tempo che ne ricostruiscono il profilo psicologico, in un continuum di stimoli e pensieri di rimando. Un libro che si "sente", le cui pagine vanno lette e osservate, e che fa della sperimentazione il suo carattere principale.