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Pimmicella, "la pulce che salta", "la bambina che non ha la mamma", ne farà di strada dall'ultimo banco di scuola. Tirata su da una nonna sapiente e da una babysitter che nel momento della separazione le regala la sua prima esperienza di libertà - attraversare la strada da sola - Pimmicella inizia a sondare la realtà già da piccolissima con coraggio e curiosità, manovrando persino i suoi sogni, nella dimensione visionaria tipica dell'infanzia. La ricerca costante delle ragioni della morte della madre la accompagna fino al termine dell'adolescenza, durante la quale aderisce alla Comunità - un aggregato di giovani segnati da esperienze singolari - in cui decide di investire il suo impegno verso l'altro. Ma quella stessa Comunità diverrà in seguito uno strumento critico di analisi delle ideologie consolatorie - il ribellismo sessantottino, le religioni, l'assistenzialismo - di cui in un primo momento aveva accolto gli stimoli. Il romanzo ha vinto il concorso letterario nazionale Giri di parole - 2010 indetto dalla Navarra Editore.