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L'autrice Eliza Puscoi ci accompagna in questo viaggio nella memoria - che parte dall'infanzia per arrivare all'età della gioventù - che oscilla sempre tra un mondo pieno di fantasia ed esperienze reali, tra significati preziosi da custodire e fuga nell'oblio. Perché la memoria, a distanza di tempo, tenta di attribuire agli eventi ulteriori significati. Eliza cerca e accetta in questo libro, dove l'impronta autobiografica è molto evidente, il confronto con la propria memoria. Impresa nostalgica, ogni tanto anche dolorosa, che scortica l'anima, poiché la sua memoria nasconde l'esperienza di un'infanzia spesso ferita in modo diretto dal susseguirsi degli eventi nella propria famiglia - talvolta, anche indirettamente dagli eventi della Storia degli anni bui del comunismo in Romania - e dei cambiamenti repentini che seguono la caduta del regime. Nel libro si mescolano la solitudine della piccola protagonista costretta a vagare da sola, col buio, nei boschi, ma anche il suo continuo sradicarsi da una realtà per affrontare spesso un difficile inserimento in una nuova realtà. È in un certo senso il vagare nella vita nella ricerca di una strada dove ci sia più luce e gioia.