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Le prime quattro storie del libro (Toldo, La Temperanza, L'Osteria e L'aquilone) sono frutto della più pura immaginazione, tanto che ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è del tutto casuale. Esse sono dirette soprattutto ai ragazzi anche perché è soprattutto a loro che si vuole fornire un'idea, sebbene attraverso brevi episodi di vita vissuta, circa le usanze, le tradizioni, gli usi e i costumi tipici di quelle piccole comunità rurali un tempo ampiamente diffuse nel nostro Paese. Quelle stesse comunità che mantennero pressoché inalterato il proprio stile di vita per decenni e decenni sino alla metà del secolo scorso e che traevano le risorse strettamente necessarie al proprio sostentamento dal lavoro duro che, in particolare a forza di braccia, consentiva di aver ragione delle difficoltà che ogni giorno si incontravano nei campi, in alta montagna o nelle piccole botteghe artigianali. In fondo, a fare da scenario in ogni singola storia è proprio quel modo di vivere semplice, cancellato poi quasi del tutto da quel progressivo sviluppo economico che, soprattutto a partire dagli anni '60, ha finito inevitabilmente per interessare anche i centri più piccoli.