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Dal realismo estremo della finzione di restituire dialoghi così come sembrano essere accaduti, al surrealismo dei sogni che nascondono l'atrocità di incubi e paure che generarono e genereranno guerre... Man mano che scrivevo è stato un sollievo scoprire che non esiste una divisione tra razionalità e irrazionalità, tra sogno e veglia, tra sobrietà ed ebrezza, ma tutto è sembrato dipendere dal mio punto di osservazione in balia di sentimenti e umoralità che lo/mi avvolgevano istante dopo istante e mi indicavano una direzione da prendere. Osservatore che spesso sdoppiandosi sembrava divenire riflesso di qualcosa che accade o potrebbe accadere o essere accaduto; osservatore conscio della propria esistenza solo nel momento in cui ha deciso di osservare la propria osservazione. Ogni momento, nella sua unicità e irripetibilità, non intrattiene rapporti col momento precedente o successivo; così sono da leggere I 6 varchi: da un lato dimenticare quello che si legge, dall'altro interagire partecipando attivamente con la propria presenza nei dialoghi dei vari personaggi incontrati magari sorseggiando del buon vino, vero trait d'union... vi sconsiglio di leggerlo da sobri.