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Tra scuola e gioco non c'è sempre stato un buon rapporto. Più spesso il piacere del ludico è stato utilizzato a scopi didattici o legato a specifici apprendimenti. Questo lavoro conduce insegnanti ed educatori verso la scoperta di una dimensione poco conosciuta: la ricchezza culturale e affettiva dei giochi di tavoliere. Passando attraverso i secoli ed i luoghi si incontrano scacchiere conosciute (come quelle degli scacchi) ed altre misteriose (come il Ludus Latrunculorum) dove abilità e strategie, intenzioni e calcoli si intrecciano per il piacere di superarsi, più che per superare l'avversario. Se poi il tavoliere viene costruito, decorato, disegnato dal giocatore, allora la partita non termina alla fine del gioco. Il suo sapore si prolunga anche fuori dalla scuola, alimentando il desiderio di riusare quel giocattolo, che profuma dello sforzo fatto per costruirlo.