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"Sono un vecchiaccio. Dovrei dire che sono una persona anziana, come mi hanno insegnato i miei genitori per i quali chiunque, anche un infanticida antropofago, arrivato a una certa età meritava rispetto". Il "vecchiaccio" in questione, il protagonista di "Un calcio in bocca fa miracoli", è scorbutico, cinico, misantropo e ostinato. È anche un po' cleptomane, con l'ossessione delle penne. Ma ha una figlia da riscoprire e una passione carnale inconfessata per la sua portinaia. E soprattutto ha un grande amico, Armando, che lo coinvolge, recalcitrante, in una missione segreta in nome dei buoni sentimenti: fare incontrare e innamorare due giovani del quartiere, Chiara e Giacomo.