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"La via massonica" è un testo basilare sulla Libera Muratoria autentica, quella che, pur nell'universalità tipica del cammino massonico, non ha reciso le proprie radici cristiane, né ha ceduto a interferenze esterne (laiciste, occultiste, o di altro genere), ma è rimasta ancorata alla legge sacra di Noach, codice di rettitudine per tutti gli uomini. Le pagine di questo libro illustrano il tesoro dell'Arte Muratoria, che include: l'ampliamento del campo di coscienza. È un portato della disciplina simbolica, che abilita a vedere creare nessi sottili tra le parti; una chiave di lettura del dramma universale e dell'opera riparativa a cui è chiamato il Libero Muratore. Tale chiave si trova nella leggenda di Mastro Hiram, che rappresenta realmente, in forma di miniatura umana, processi cosmo-spirituali; il linguaggio dell'intuizione (la "Parola massonica"), acquisibile in quel divino silenzio di cui si alimenta il lavoro in Loggia; la sublimazione dei processi emotivi e ideativi. È ispirata, nell'Arte Muratoria, dalla Dolce Signora (Swete Lady, come è chiamata la Beata Vergine Maria nel Poema Regius del XIV sec.). "La via massonica" conduce il lettore dalla cripta della cattedrale di York fino ai voli di luce degli istruttori spirituali dell'Arte, tra i quali il rosacroce inglese John Wilkins (1614-1672), finora quasi ignorato dai cultori di studi massonici, e il teosofo cristiano Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803).