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Una delle più grandi sfide affrontate da Leonardo fu sicuramente quella di creare automi con sembianze umane o animali, ovvero congegni in grado di agire in modo automatico. L'eccellenza tecnologica raggiunta nel corso del Quattrocento e l'impeto di Leonardo per la meccanica e l'ingegneria in genere, hanno spinto l'artista a misurarsi in più occasioni con la sfida di creare macchine automatiche umanoidi, ancora oggi oggetto di attenzione da parte degli studiosi. Del resto, l'ipotesi che alcuni disegni autografi potessero essere studi per la costruzione di automi meccanici è ampiamente condivisa dai ricercatori che si sono confrontati con questo spinoso argomento. Carrucole ed ingranaggi sono infatti i veri "protagonisti" del celebre foglio 216v-b [579r] del Codice Atlantico associato al progetto di un automa, o meglio di un robot sul quale restano aperti numerosi interrogativi. In questo stesso progetto Leonardo fece confluire anche le ricerche compiute in campo anatomico, studi in parte perduti ed in parte registrati nel Codice Huygens ora alla Pierpont Morgan Library di New York. Leonardo dunque traccia l'idea di una sorta di robotica, una anathomia artificialis: dopo aver studiato il corpo umano arriva quindi alla creazione di una meravigliosa macchina umanizzata. L'artista-artefice non poteva ricevere una consacrazione più alta. I principali automi leonardiani sono l'oggetto delle ricerche confluite in questo volume che raccoglie i risultati di studiosi.