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"Occorre ribadire convintamene e promulgare l'inevitabile condizione dell'Essere nel chiedersi in maniera compiuta sull'Escatologia di tutte le cose per cui sono nella consolazione del cogito. "Che cosa deve produrre ancora la Filosofia se non la radice morale stessa delle cose di cui siamo?" Comprendo senza dubbio con asciuttezza intellettuale accurata che la Filosofia trova la sua Ragione e salvezza nel promulgare l'evidenza reale e ontologica delle cose per cui sono come nella semplice e squisita morale, in materia sociale e solidale. La Filosofia rinnova il proprio essere nella sua "indefinibile ontologia anche tra gli spazi silenti del cogito stesso, poiché la liquefazione dei canoni e ideologie del pensiero novecentesco sta consacrando alla nostra visuale l'aspegersi di antiche convinzioni, e la gente... Vedo in lei, vedo in te la Socraticità più pura e l'evidente saggezza che io non abbia mai visto nell'abitare le faccende filosofiche, di quanto la filosofia stessa abbia prodotto fino ad ora...".