Tab Article
Versi lirici, epigrafici, scarni, privi di retorica, quasi scanditi, che filtrano le passioni e lo sdegno dell'autrice per un bisogno interiore di meditazione "urlata" e di sgomento di fronte allo sfacelo, cui oggi ci è dato assistere. Si nota, in tutte le poesie, di chiara intensità lirica, una naturalezza espressiva, tendente al ritmo, oltre che un senso d'invocazione d'aiuto, un richiamo a osservare il presente forse perché si torni a costruire il futuro. Così, l'occhio della poetessa si posa su Sarajevo, sull'Afganistan, sulle missioni di pace, quindi sulle elezioni nel nostro Paese, sulla aridità dei cuori, la disperazione sotterranea e l'indifferenza, sulla donna "Non più Penelope", e sfiora tanti altri temi il cui valore possiamo condensare in questi pochi versi: "... È un urlo/che retrocede il passo/oltre il dove tutto tace/ perché si ascolti..."