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In fuga dalla guerra fratricida che insanguina il suo Paese, Olga, ex bibliotecaria di Belgrado, decide di raggiungere il marito a Vienna. Nel suo vagare quotidiano per le vie cittadine e per mondi letterari alla ricerca di sempre nuove identità, si ritrova suo malgrado al centro di un'intrigante combinazione di esistenze sospese e "vite casuali" simili alla sua, di tradimenti furtivi o soltanto vagheggiati, di storie familiari e leggendari personaggi sottratti a una spessa coltre di oblio. E in un bizzarro gioco di rimandi simbolici e coincidenze reali a ritroso nel tempo il suo destino viene a intrecciarsi con quello di un altro esule volontario, un irrequieto ed eccentrico insegnante irlandese, James Joyce, che all'alba del nuovo secolo sbarca nel Continente in cerca di migliori fortune. Fino a incrociare le tracce di un giovane misterioso, che con un gesto eclatante segnerà le sorti dell'Europa intera. Nel fascino regale e discreto degli scenari viennesi, tra i chiaroscuri marini di una Pola segreta e la multiforme vitalità della Trieste asburgica, la prosa sensuale e raffinata di Velikic ci accompagna in un viaggio lungo tutto il Novecento e nel cuore di quella Mitteleuropa perduta di cui il grande scrittore serbo, come ha scritto Claudio Magris, "esprime con intensità poetica l'atmosfera polivalente e spesso malata".