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Chi visiterà questa piccola chiesa romanica in pietra vulcanica resterà affascinato dalle iscrizioni e dai numerosi graffiti presenti al suo interno e si domanderà: chi siano stati Dorgotorio e Barisone Pinna e in quale occasione i due tracciarono in rosso i loro nomi sulle pareti della chiesa, tra le croci dipinte. La fascia epigrafica corrente all'interno, lungo i muri laterali, rappresenta la più importante testimonianza di questo genere conosciuta per il medioevo sardo e il particolare più prezioso della chiesa di Santa Maria di Norgillo, oggi intitolata alla Vergine della Mercede. Un documento storico unico, di grande valore ma che, nonostante tutto, ancora non chiarisce perché i due personaggi tracciarono le loro formule sulle pareti della chiesa, in una posizione così poco canonica. Queste alcune domande alle quali questo libro tenta di dare risposta, ma ciò che proverà il visitatore una volta entrato nella chiesa, sarà, soprattutto, la percezione del tempo amaro in cui gli uomini che la edificarono, quelli che ne officiarono il culto e quelli che ne ordinarono i restauri, vissero duramente e invocarono grazia e benedizione.