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Mattia Cadente, un ragazzo-uomo di 35 anni, ormai da diverso tempo si ritrova a fare, e odiare, un lavoro pericoloso e alienante, per pura sopravvivenza. Entra in una grave forma di depressione, dalle fosche tinte autodistruttive, che lo porta all'abuso di sostanze psicotrope e a spericolate fantasie suicide che l'aiutino a sopportare i turni devastanti ai forni elettromagnetici dell'acciaieria Wolfconn. Spinto da una forte crisi esistenziale, e dall'incomunicabilità con la sua ragazza e la famiglia, Mattia s'innamora del pugilato come forma suprema di sfogo e di autolesionismo punitivo. Mette anima e corpo in questa ossessione, allontanandosi da una realtà che non accetta, da persone care che non riconosce e che non lo riconoscono più, in una graduale discesa nella sofferenza fisica che culmina nella partecipazione a un torneo clandestino d'élite, nella speranza di accumulare una cifra sufficiente a fuggire da un paese che odia e che non sente più suo.