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"Quando ero piccolo fantasticavo su una possibilità che mi pareva bellissima; che la mia vita, come le vite di tutti, fosse accompagnata da una colonna sonora personale, qualcosa però che non fosse soltanto l'accompagnamento dei giorni, ma anche una sorta di avvertimento o allarme, noto solo alle orecchie del protagonista, con il quale un misterioso ma benevolo direttore d'orchestra avvisasse di un pericolo imminente da evitare o di un incontro decisivo da non sfuggire; l'avvicinarsi di un incidente, per esempio, sarebbe stato anticipato da un lungo suono sospeso di violini, l'incrocio di sguardi con la donna della tua vita da un "largo" orchestrale in crescendo e così via. Non è stato così, naturalmente, e per fortuna; sarebbe stata anche noioso conoscere in anticipo ciò che stava per accadere. Però adesso che ripenso a quanto accaduto, mi accorgo che è facile associare al tempo passato, comunque, una musica, e che spesso le nostre vite sono addirittura racchiuse dentro una colonna sonora che, in realtà, scriviamo noi stessi, con le scelte che abbiamo fatto, quelle che per disattenzione o fiducia abbiamo rimandato, e quei futuri che, per qualche motivo, non abbiamo avverato. Ma c'è tempo".