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Il libro riporta la storia di Michele D'Andrea, nato a San Biase (Cb) nel 1898. Di condizioni assai modeste, era anche orfano di padre e, quindi, non poté ricevere quel minimo insegnamento per essere istradato nella vita. Peraltro la mamma, dopo averlo messo al mondo, manifestò segni sempre più evidenti di squilibri mentali e, perciò, non fu in grado di dargli una corretta formazione educativa. Se a queste carenze affettive e formative aggiungiamo che la natura lo aveva generato con qualche deficienza intellettiva, il suo ritratto è compiuto. Il ragazzo, sebbene vissuto all'ombra della madre, si trovò presto in mezzo alla strada, sbandato e beffato. Diventato adulto e avendo perso anche lei, andava sempre per suo conto, "solingo e guardingo sotto cieli a vedere e sopra terre a camminare" e, grazie alla misericordia del prossimo, è riuscito a procurarsi quel poco per mantenersi in vita. A ciò ridotto non per scansar fatica, di cui anzi si gravava ogni giorno, ma perché così era la sua condizione mentale e materiale. La prefazione è di Padre Nando Simonetti.