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Un percorso filosofico che, a partire dagli antichi pensatori, si sofferma soprattutto sul pensiero di Heidegger. L'interrogativo di fondo che riecheggia è l'universale domanda sulla natura umana. "Cos'è e chi è l'uomo?" si domanda Ravasi. Senza velleitarie pretese di esaurire la problematica, l'autore si interroga e nel farlo offre una lucida e tagliente analisi dell'uomo contemporaneo. Il tentativo di rispondere a tutto ciò parte dall'indagine dell'essere, il quale però, precisa Ravasi, non è un ente ma un orizzonte che tutto comprende e alla cui comprensione la ragione non può attingere. Da questa consapevolezza iniziale, nasce così una contrapposizione radicale tra il mondo artificiale e il mondo naturale della totalità. Il pericolo principale si annida nella tecnica, un mezzo che persegue un solo scopo: il proprio continuo auto-potenziamento a discapito di ogni cosa. Quello di Ravasi è un monito contro ogni assolutizzazione, una deriva alla quale è possibile opporre soltanto l'amore, perché l'amore non diventerà mai una merce: è una forza che non si farà piegare.