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La conversazione di oggi tra il vescovo emerito ed il giornalista interrogante, tenta, sebbene per larghe sintesi, di far parlare gli scritti dell'arcivescovo, al fine di cogliere soprattutto gli aspetti più salienti di un modo innovativo di fare storia. Aiutandoci a riscoprire la storia come luogo teologico di salvezza, mons. Cantisani offre, con elementi originali, un modello nuovo di lettura della storia della Chiesa (e della Chiesa che è in Italia) ed anche della storia della spiritualità, della storia della predicazione, della storia della pastoralità, della storia della religiosità popolare, ma anche della storia umana, civile e sociale delle città di Catanzaro e di Lauria, della Calabria e della Lucania, dell'Italia intera. E con esse pure la storia delle altre piccole comunità della diocesi di Catanzaro-Squillace. Una tavolozza armonica di storie e di microstorie, che sebbene riferite a specifici campi d'indagine, nell'insieme concorrono tutte a definire una storia, ovvero la storia che non ha bisogno di qualificazione alcuna.