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"Innovazione" è ormai universalmente riconosciuta come parola chiave della modernità, sia a livello economico, sia nella società e nella vita pubblica: la crescita e il benessere di cui soprattutto l'Occidente ha beneficiato nell'ultimo secolo sono frutto della ricerca e dell'innovazione di prodotto e di processo. Ma se è vero che l'innovazione è decisiva per lo sviluppo della scienza e per la competitività delle imprese, è altrettanto vero che essa risulta depotenziata allorché non trova le condizioni per esprimersi pienamente. L'autore, direttore generale del Cnr, lancia una provocazione: perché investire ingenti risorse in ricerca e innovazione senza pretendere un resoconto preciso di quello che è stato fatto? E propone una sfida: risolvere prima la confusione sull'interpretazione dei dati e poi pianificare le azioni future. Forte di un'analisi puntigliosa e attenta dei processi che caratterizzano l'innovazione nel mondo della ricerca scientifica, delle imprese e della politica pubblica, l'autore formula nelle conclusioni una serie di raccomandazioni per interventi concreti sul capitale umano e sulle imprese, con una critica esplicita della troppo diffusa cultura dell'annuncio, fatta di parole più che di sostanza, che soffoca la cultura della misura e della verifica dei risultati, imprescindibile per la piena e completa realizzazione dei meccanismi innovativi.