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L'autore ha puntato la sua attenzione sul Medio Evo, sui secoli XI-XII, momenti epici ed esaltanti della storia europea e della Chiesa. Siamo nel periodo della lotta per le investiture e della riforma della Chiesa portata avanti dal papa Gregorio VII, che cercò con ogni mezzo di eliminare la simonia e il matrimonio degli ecclesiastici, e di staccare le nomine ecclesiastiche dalle investiture feudali da parte dell'imperatore e dei suoi funzionari, legame venefico che impediva la libertà della Chiesa e la purezza di intenzione da parte di chi intraprendeva la carriera ecclesiastica. Questi avvenimenti di portata europea si ripercuotevano anche in una diocesi come quella di Como. Nel secolo XI si stava realizzando una profonda trasformazione sociale, dall'economia feudale che poggiava sui redditi delle campagne, si stava passando alla costituzione dei comuni che puntavano maggiormente sui mercati e sulle corporazioni presenti nelle città. Era inevitabile che città vicine si potessero trovare in concorrenza per condizioni economiche simili, e così fra Como e Milano. Il racconto dell'Arcissa si inserisce in questo contesto.