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Ebraismo e anarchismo, due concezioni apparentemente opposte: la prima una tradizione religiosa fondata sull'obbedienza della legge, la seconda una filosofia politica basata sulla libertà da ogni dominio. Tuttavia, espliciti legami sotterranei esistono tra queste due espressioni politiche, religiose e culturali. Il libro, attraverso una lettura personale che l'autore fa dei testi biblici, ne esplora le relazioni profonde. Dalla Torà fino ai fervori chassidici, l'ebraismo afferma con forza il rifiuto di ogni relazione umana basata sulla sudditanza, sulla gerarchia, nonché sulla repressione e l'oppressione. Dalle polemiche contro il potere politico dei profeti all'esplosione dell'energia creativa del chassidismo, il pensiero ebraico è ricco di spunti anarchici che si ritrovano nelle moderne utopie rivoluzionarie, soprattutto nelle tendenze libertarie e antiautoritarie, con la loro idea della assoluta libertà umana e del rifiuto di qualsiasi potere centrale autoritario. Si potrebbe compendiare il contenuto di questo libro con la famosa frase di Thomas Jefferson: "La ribellione ai tiranni è obbedienza a Dio".