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I saggi qui presentati cercano di rispondere in modo originale alla domanda, più volte posta, sulla complessa eredità di Hannah Arendt: che cosa resta di un pensiero che si è instancabilmente speso nel comprendere i fatti e le idee politiche del Novecento, ora che da quel secolo sembriamo irrimediabilmente lontani? II volume si presenta come una sorta di lessico dei termini-chiave del pensiero politico di Arendt, in particolare in relazione alla loro rilevanza con il presente. Un nutrito gruppo di studiosi - da Laura Boella a Judith Butler, da Philippe Mesnard a Frediano Sessi - si confrontano su questioni politiche centrali per il pensiero arendtiano e sintomaticamente cruciali per il nostro presente globale, mettendone a frutto l'eredità attraverso una sua rilettura critica. Termini come campo, paria, terrore, umanità, menzogna, male, sorprendentemente si prestano a una attualizzazione che se da un lato si scosta dall'originale contesto in cui Arendt li aveva pensati, dall'altro può trarre dalle sue intuizioni spunti decisivi per comprendere questioni e dilemmi contemporanei (uno fra tutti, il conflitto israelo-palestinese). Il volume intende offrire al lettore una panoramica critica delle principali questioni politiche del Novecento affrontate dalla pensatrice tedesca e rimaste in qualche modo in secondo piano rispetto alla sua ricezione filosofica.