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Questo testo completa la trilogia con cui Dante Callegari racconta la lingua popolana della Marca Gioiosa. Nel raccontarti questo dialetto l'autore ha preso in considerazione tre aspetti: le radici, il chiacchierare nella quotidianità ed i doppi sensi. Proprio per far risaltare questi tre momenti ha diviso l'opera in tre libri che, pur avendo una continuità tra loro, raccontano specificatamente uno o l.altro di questi aspetti. Non a caso i tre libri hanno una parte del titolo in comune: Spètta che te cònto. Il primo libro - "La Vòja màta" - ti introduce nella realtà sociale in cui il dialetto ha radici, mentre il secondo libro - "Passaparòea" - ti racconta il "ciaccolare" nel dialetto calato nella quotidianità, spesso fatto di quel "sentito dire" che ingigantisce le cose fino a trasformarle del tutto. Questo terzo libro - "Na indecènsa" - affronta in particolare i doppi sensi tipici del pensare e del parlare della cultura contadina.