Tab Article
Come immaginiamo il nostro futuro? Immaginare una società diversa e migliore è una scommessa difficile cui le società ipotizzate dal pensiero utopico hanno dato risposte molto diverse e spesso deludenti. Vale la pena esaminarne alcune. Se il termine utopia (u-topos, cioè 'nessun luogo') fu coniato solo nel 1516 da Thomas More, le origini concettuali dell'ideale risalgono alla Grecia antica, in particolare alla discussione sulla possibilità e sulla realizzabilità della città giusta che si legge nella Repubblica di Platone, in passi che attireranno le critiche di Aristotele per il quale il modello platonico non solo non era possibile e nemmeno desiderabile. E fino ad oggi, si può dire, è proseguito il confronto tra la città ideale ipotizzabile come luogo delle libertà individuali e un riformismo egualitario. Da un lato ambientazioni immaginarie e isolate (per lo più infatti isole: Utopia per More, Trapobana per Campanella, Bensalem per Bacon) dall'altra con l'introduzione della variabile 'tempo', e quindi della dimensione storica, sviluppi che sfoceranno nel socialismo e in qualche caso anche in prefigurazioni totalitarie.