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Lo scrittore francese Philippe Bohelay e il fotografo Olivier Daubard attraversano la Russia in treno diretti ai campi dei rifugiati ceceni in Inguscezia, piccola regione montuosa del Caucaso, ricca di gas e petrolio. Durante il soggiorno nei campi profughi conoscono il giovane Ramzan, in procinto di unirsi alla guerriglia armata come probabile kamikaze. Ramzan è un personaggio letterario e reale allo stesso tempo, ed è attraverso di lui che gli autori possono raccontare ciò di cui sono stati testimoni: il petrolio che inquina ogni luogo e cosa, l'armata russa che terrorizza la popolazione con abusi e arbitrii di ogni genere, le torture e le sparizioni di civili, le famiglie divise, ricattate e straziate. I due autori si avvicinano loro malgrado a capire la guerriglia armata e il fascino della morte eroica che conquista a poco a poco i ragazzi senza più speranze.