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La rêverie, la fantasticheria, è un sognare inteso come un processo sempre in corso, sia nel sonno che nella veglia. In analisi, le comunicazioni del paziente sono veicolate da quello che Bion ha definito "il pensiero onirico della veglia", che rende presenti alla mente dell'analista gli stati interni del paziente (e i propri) sotto forma di immagini visive vivide e precise. E proprio l'abbandonarsi alla réverie - dove emozioni mai pensate o in precedenza impensabili hanno diritto di soggiorno e di libera circolazione - è la caratteristica saliente di quella particolare disposizione che è l'ascolto psicoanalitico. Antonino Ferro, psicoanalista, in questo libro è uno scrittore che ferma sulla carta ed elabora le sue rêveries, le fantasticherie che lo accompagnano fuori dalla stanza d'analisi. Ne risultano dei racconi brevi e meno brevi, con accenti surreali o grotteschi, a volte degli aforismi beffardi e fulminanti. Pagine dotate di vita propria, in cui è possibile ravvisare numerosi riferimenti letterali, da Rousseau a Baudelaire, a Kafka, a Poe.