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Questi sono "racconti strani" nel senso di una "strana normalità", come si esprime lo psicoanalista Eugenio Gaburri nella Presentazione. L'autore, "con arroganza e tenerezza", sconvolge il tranquillo scorrere della nostra quotidianità, ci porta a suo piacimento dentro e fuori i confini delle usuali abitudini. Nella routine delle nostre giornate, è possibile fermarsi, come fa l'autore, a fissare sulla carta uno spiraglio di autenticità che offre un senso, sia pure provvisorio, all'enigma della vita. E certamente molte cose che attraversano queste pagine provengono dall'esperienza con i pazienti in analisi, che è l'esperienza di Carmelo Conforto. Questa "felice testimonianza di coraggiosa semplicità" è anche un tentativo di leggere l'amore, il dolore, la comunicazione fra esseri umani come si declinano in questo nostro "strano" tempo.