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Attraverso "Maschere", essenza visiva della rappresentazione, oggetto talmente amato e discusso nel teatro da non richiedere ulteriori riflessioni, il racconto musicale si traveste di aspetti ilarotragici, non solo per promuovere l'essenza spesso ambigua delle narrazioni teatrali tragiche, buffe e buffo-tragiche, ma per descrivere, nel contempo, una traccia più intima: il volto sempre sorridente del padre, il cui ricordo si tinge della malinconia per l'assenza concreta di quella curva all'insù, una costante sul suo viso, che si conserva in testimonianze fissate in foto, audio e video e va ad infrangersi nella labile consistenza dei ricordi.