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"In Sade sono le società razionaliste e atee, massoniche e anarchiche a essere l'elemento decisivo. In Masoch, lo sono le sette mistiche agricole, quali esistevano nell'impero austriaco. Uno dei suoi romanzi più belli, La madre di Dio, verte su tale argomento. In un'atmosfera rarefatta e soffocante, l'eroina Mardona, la madre di Dio, dirige la propria setta, la propria comune, in un modo al tempo stesso tenero, severo e glaciale. È severa, implacabile, fa frustare e lapidare; e tuttavia è dolce. Tutta la setta è del resto dolce e gaia, e però severa verso il peccato, ostile al disordine. Mardona ha una serva, Nimfodora, fanciulla graziosa e cupa, che dona il proprio sangue alla madre di Dio, affinché possa bagnarsi in esso, berne e non invecchiare mai. E ha un servo, Sabadil, che ama Mardona, ma in modo diverso ama anche Nimfodora. Mardona non lo tollera, e pronuncia la condanna: 'È l'amore per la madre di Dio che porta alla redenzione, che costituisce per l'uomo una nuova nascita... Non sono riuscita a trasformare il tuo amore carnale in sentimento divino... Per te non sono che un giudice'. Richiede e ottiene il consenso di Sabadil al supplizio della crocefissione: Nimfodora inchioda le mani, lei stessa i piedi. Entra in un'estasi dolorosa, mentre, caduta la notte, Sabadil morente recita la Passione, e invoca 'Perché mi hai abbandonato?'; e a Nimfodora: 'Perché mi hai tradito?'. (Gilles Deleuze). Con uno scritto di Bernhard Doppler.