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Il libro, il cui titolo evoca una bella immagine di D.H. Lawrence, ha l'ambizione di proporsi come un reportage giornalistico e allo stesso tempo come un romanzo di una generazione. L'autrice, attingendo a un ricco materiale raccolto in quattro anni di cronache e di servizi per la radio, ci fa conoscere da molto vicino i paesaggi e i volti di una crisi che sembra non avere mai fine. Il suo modo di porsi di fronte a chi soffre per le conseguenze drammatiche della mancanza di lavoro e di prospettive non è certo neutro ma di condivisione, grazie anche a uno stile colloquiale e semplice. Ma soprattutto accessibile a tutti, dalla nonna di un paese dell'interno al giovane che non legge il giornale tutte le mattine, attraverso interviste a studiosi e semplici protagonisti della crisi. Lo scopo è anche quello di individuare le possibili risposte che il mondo delle imprese e della politica dovrebbe dare ai giovani per offrire loro un futuro all'altezza delle proprie legittime aspirazioni e per ricomporre un tessuto sociale oggi sempre più allo stremo delle forze.