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Con la caduta della Serenissima (1797) e la dominazione francese, poi seguita da quella austriaca, inizia per Venezia il periodo forse più decadente della sua storia millenaria: tra la povertà sempre più evidente e lo stravolgimento dei fastosi costumi sociali che avevano caratterizzato la città, anche nell'ambito della prostituzione si percepisce il nuovo clima oppressivo con un incremento delle norme comportamentali e dei controlli igienico-sanitari, nonché della gestione puramente fiscale dei lupanari. Finita l'epoca delle cortigiane colte che avevano affascinato re e viaggiatori, inizia quella delle poverette mal tollerate e talvolta problematiche, spesso ad un passo dalla criminalizzazione o dall'espulsione dalla città. Elisabetta Tiveron, attraverso lo spoglio della documentazione d'archivio, l'analisi della distribuzione delle case di tolleranza e le vicende giudiziarie di alcune prostitute, ricostruisce un ambito ancora poco noto della storia ottocentesca veneziana.