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L'opera nasce dal nulla con gesto demiurgico dell'autore, ma pure finisce nel nulla della pagina bianca. In mezzo la scrittura, a condurre con inesorabile andamento lineare dall'inizio alla fine. Così le invenzioni e l'esistenza stessa degli scrittori vengono cancellate, generando nei più avvertiti tra loro timore e senso di liberazione mescolati nella coscienza morale dell'atto. Il Novecento ha sottolineato con forza questa legge di nullificazione opposta al mito della gloria immortale e anche nella storia letteraria italiana se ne rinvengono ampie testimonianze. Dall'avanguardia futurista alla cultura di massa con la canzone di Battisti, passando per la poesia (Montale) ed il romanzo (Calvino).