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Il tema dell'autoritratto è stato affrontato molte volte nella storia dell'arte. Da un punto di vista iconografico, come raccolta di "uomini illustri", grandi artisti che hanno raffigurato loro stessi. Questo libro si propone di compiere un percorso diverso. In primo luogo, vuole essere un'effettiva "storia" dell'autoritratto, non come descrizione di una successione cronologica di eventi, come successione di concetti. Così, nel primo capitolo, si parte dagli autoritratti come manifestazione di un'identità generica. Il secondo capitolo tratta dell'autoritratto nascosto in scene narrative. E così di seguito, ognuno dei tipi illustrati nei vari capitoli corrisponde a un concetto astratto: l'identità, la testimonianza autografa, il simbolo di un valore, la rivendicazione di un ruolo, il fondamento scientifico della raffigurazione di sé, la legittimazione sociale, la differenza sessuale, la maestria tecnica, le passioni, la negazione dell'identità. Ma tutti questi concetti intrattengono relazioni reciproche, e il loro insieme è così compatto che ci fa giungere alla conclusione che esista una vera e propria "teoria dell'autoritratto", elaborata lentamente ma saldamente in circa quattromila anni di tradizione. Questa teoria finisce con il coincidere con una più vasta teoria della rappresentazione, perché esprime e di volta in volta mette in discussione proprio i canoni di quest'ultima.