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"Il mondo come design e rappresentazione" si spartisce abbastanza esattamente tra design e rappresentazione, appunto, o se vogliamo, tra progetto e figura. Perché nelle pagine del volume si tracciano storie, si raccontano aneddoti e si abbozzano analisi critiche che riguardano sia la cultura del progetto che quella dell'illustrazione. Si parla quindi di artisti, di designer, di illustratori, di grafici. È un libro che avrebbe potuto anche chiamarsi il "Libro degli amici", perché quelle che Andrea Rauch, anche lui grafico e illustratore, racconta sono storie di rapporti interpersonali, analisi professionali e artistiche che mostrano le sfaccettature di una passione e di una curiosità esclusiva e inesauribile dove il contatto con gli autori, il lavoro fianco a fianco, la complicità addirittura, sono la chiave per entrare e comprenderne le singole opere e le cifre stilistiche. I testi del volume, e le oltre trecento immagini che lo completano, riflettono quindi una cultura del progetto avvertita e avvertibile che comunque lascia sempre grandi spazi alla creatività e alla fantasia. Non solo però: in filigrana si legge anche come questi grandi maestri della grafica (da Steinberg a Glaser, da Sendak a Lionni, da Innocenti a Mattoni, da Fletcher a Fukuda, da Iliprandi a Mariscal, da Guidotti a Luzzati...) siano stati fondamentali per cambiare la nostra comprensione della realtà, il nostro modo di interpretare i fatti della visione e di organizzare le fila di un immaginario consapevolmente moderno.