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Questa storia si svolge in mare, nell'immenso mare d'erba che è la prateria mongola, dove le tribù vivono spostandosi in cerca di cibo, sempre in fuga dai lupi, sempre rispettandoli. È la storia di una leggenda, ed è una storia vera. Nato col nome di un prigioniero, Gengis Khan divenne signore dei Mongoli e poi di un impero ineguagliato, esteso tra la Manciuria e l'Ungheria, conquistò i più grandi regni confinanti col suo, dalla Cina alla Persia, ma del proprio non fissò mai i confini. Senza promettere ai soldati altro che il bottino di guerra, costruì un esercito invincibile, spietato, fedele, immenso. Fu analfabeta e diede ai Mongoli la scrittura, la legge e la memoria, li fece entrare nella storia. Rispettò due principi: la lealtà e la legge del lupo. Come il lupo, fu scaltro, paziente, feroce, affamato. Insieme al lupo - il peggiore nemico dei Mongoli e il loro totem, l'assassino della prateria e il suo custode - il suo popolo fu il padrone del mare d'erba in cui visse. Età di lettura: da 12 anni.