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Non possiamo essere da meno della Slovacchia, aveva risposto Mussolini al generale Messe quando quest'ultimo, approfittando della pausa invernale sul fronte delle operazioni in terra di Russia, si era recato a Roma per conferire con il Duce nel disperato tentativo di dissuaderlo dal trasformare il C.S.I.R.,il Corpo di Spedizione italiano composto all'origine da circa 60.000 uomini, nell'ARM.I.R., l'Armata italiana in Russia formata da circa 230.000 uomini. E fu così che in poche settimane, a partire dagli inizi di luglio del '42, ai valorosi soldati delle divisioni Pasubio, Torino e Celere del C.S.I.R. si aggiunsero quelli della Sforzesca, della Ravenna, della Cosseria e di parte della Vicenza, nonché quelli delle tre divisioni alpine Julia, Tridentina e Cuneense. Nonostante l'impegno di tutti i nostri soldati, i numerosi atti di eroismo ed il sacrificio delle unità alpine che mai cedettero di fronte al dilagare del nemico, l'apporto italiano sul fronte russo si concluse nel maggio del '43 con una terribile disfatta.