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Se "l'Arte è ciò che mi sorprende dal comune", come scrive l'autore nella pagina della dedica, allora "Fantasie notturne" è Arte. Arte dello scrivere. E se è lecito un paragone con la pittura, il libro è un quadro astratto, enigmatico se vogliamo, una follia, come si indica nel sottotitolo. Il libro sorprende dal comune, non v'è dubbio. Le letture, i libri, non servono ad altro; stimolare l'immaginazione di chi legge e, attraverso questa, arricchire l'intelligenza, la voglia di conoscere, di andare al di là delle cose, dell'apparenza. Il libro di Isgrò stimola l'immaginazione nel rendere più "umani" i personaggi fantastici della letteratura mondiale; ce li fa vedere come sono nella vita "reale", di notte, quando sono liberi, nella loro "normale" follia, lontano dal loro ruolo istituzionale, dal loro "lavoro" di protagonisti dei libri che gli scrittori gli hanno affibbiato. "Cari amici esserini...", fa dire l'autore ai personaggi dei libri, "Noi siamo i personaggi delle storie e dobbiamo riscattarci dai nostri ruoli creati dai nostri severi autori... Io mi rifiuto! Rifiutiamo i nostri ruoli! Grido ribellione contro i nostri autori!... di notte libertà, libertà, libertà!".