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Frammenti di vita in versi e lettere. Ci sono due modi per creare un'opera letteraria. Uno è quello del romanziere, che dominando coscientemente la propria creatività propone intenzionalmente al lettore qualcosa che sia fruibile e "interessante". L'altro è quello di "Aspettando di vivere": un'opera che trascende l'intenzione dell'autrice e si pone dinanzi ai suoi occhi come un compito da assolvere; quello di "attraversare" il proprio dolore, nel disperato tentativo di superarlo. Inconsapevolmente, quasi fosse una medium, si sente guidata dall'impulso di trascrivere sensazioni ed emozioni, a volte violente, che riaffiorano alla memoria; si riaprono ferite laceranti, mai rimarginate. Sfilano dinanzi ai suoi occhi esperienze vissute, volti e luoghi: fantasmi di un passato mai sbiadito ma ancora oggi vivo più che mai, che si susseguono e si sovrappongono l'un l'altro. Il risultato è un resoconto autentico, fatto di frustrazione, delusione, rabbia, desideri inesauditi, emozioni provate e ancora scottanti: vera "fotografia" dell'animo tormentato di una donna.