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L'autore con questo libro racconta quanto osservato e pensato nel suo vivere da bambino tra i monti a ridosso della stretto di Messina e lo fa descrivendo con durezza eventi e sensazioni, talvolta facendo leva su leggende e personaggi mitologici. La scrittura fa conoscere miti dell'antica Grecia, di cui la regione è pregna, e si intreccia con riferimenti alla dimensione sociale e culturale della Calabria contadina, terra di asprezze e di migrazioni straziate. Il filo conduttore del racconto è la tematica della separazione dalla propria terra e dalle proprie abitudini, e si arriva a parlare della situazione specifica vissuta dal protagonista dell'andare dal piccolo paesino alla grande città.