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"Se l'aegua du Ravìn è un'acqua che in un certo senso soltanto i sestrini conoscono, bere quell'acqua significa diventare sestrino di adozione. E leggere il libro di Rabajoli in qualche modo significa compiere quella sorta di rito: proprio grazie alla generosa vena del narratore, disposto a spiegarti il come il quando e il perché di ogni strada e di ogni passante, di ogni bottega e di ogni artigiano. Attraversa questo libro una continua voglia di ringraziare il padreterno per avere donato ai figli di questa terra una così grande bellezza, e la conseguente convinzione che di essa ci si debba sentire responsabili, che sciuparla e rovinarla sia, prima ancora che un delitto, un vero e proprio peccato. E mi sembra importante sottolineare che anche l'amore riconoscente di Rabajoli per la bellezza della sua città è temperato da una sottile ironia di fondo, perché egli ha scelto per rappresentarla non la consueta cartolina di Sestri bellissima ma un po' scontata, ma quest'acqua del Ravino di cui non sapevi niente, connotata di affettività e di memorie, di una bellezza intima e raccolta più che di una bellezza da vetrina; e anche in questa scelta consiste l'interesse del libro".