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Proprio quello che Emanuel Mounier chiamava impegno comunitario «credo si debba cogliere, e apprezzare, nella poesia di Maria Rosa Callà. Sia che essa rievochi, con vibrante sentimento di nostalgia, le amate presenze familiari impresse nell'infanzia trasfigurata dal ricordo, legate alla Calabria delle sue radici, sia che si commuova nel dare forma alla rappresentazione poetica del vissuto di sofferenza e dolore di persone a cui si sente vincolata da legami forti e profondi, sia che voglia comunicare la propria consonanza contemplativa con esperienze o paesaggi generatori di commozione, sempre la temperatura di fusione delle sue immagini attesta stati d'animo di appassionata e vigorosa solidarietà, di profonda empatia, di calda umanità. Questo per quanto attiene al mondo di emozioni, di sentimenti, di passioni, che la sua poesia esprime e comunica. Quanto ai modi, si deve riconoscere a questi versi, alle immagini che li muovono e li animano, una freschezza sorgiva, una aurorale e nativa genuinità, una ingenuità, che fa percepire al lettore, ben presente e viva, l'intuizione lirica di crociana memoria». (Dalla postfazione di Francesco De Nicola)