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La congiura del conte Gio. Luigi de' Fieschi fu pubblicata ad Anversa nel 1629 e l'anno stesso ristampata a Milano e a Venezia. L'autore non vi si proponeva solo di offrire "una autentica testimonianza delle cose passate", ma anche di dare "una compita azione con le sue parti", ossia una narrazione drammatica: quest'ultimo aspetto è la chiave della grande fortuna dell'opera, piccolo capolavoro letterario in effetti, che non ha, in un secolo tanto sospetto, niente di concettoso. Mascardi non è certo, in questo, figlio del suo tempo; è scrittore positivo, robusto ed essenziale, dal tratto ampio e sicuro, erede semmai della lingua classica del Cinquecento.