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Dopo molti successi collezionati nella vita, si arriva ad un momento in cui si sente la necessità di tirare le somme e guardarsi indietro. Massimo non è ancora convinto che la sua carriera di atleta sia terminata, ma a 38 anni deve fare i conti con l'età che avanza e col fatto che altri interessi sono subentrati nella sua vita. È quando si arriva a questo punto di svolta che si sente la necessità di fare delle riflessioni e di poter comunicare agli altri in un modo diverso. Molti atleti sono cresciuti e si sono perfezionati nella sua palestra, alcuni sono diventati campioni, altri no. Queste persone conoscono il Brizi maestro, ma solo chi lo ha allenato o ha assistito ai suoi combattimenti conosce il Brizi atleta. Apparentemente, l'opera, può sembrare una biografia ma non lo è. Dalle prime righe che descrivono il lungo percorso da atleta nascono delle riflessioni sulle fragilità della persona, sui suoi limiti e capacità. Non si diventa un buon atleta perché si lavora costantemente sul fisico, ma perché si ha un cambiamento nell'attitudine mentale verso sé stessi. Questa, come altri suggerimenti ed indicazioni, sono presenti nel libro, utili per chi voglia intraprendere il lungo percorso dello studio delle arti marziali.