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Scrivere poesie è assecondare un procedere interiore, che va in più direzioni, con moto per niente uniforme. I tempi e le direzioni della poesia sono mutevoli, infedeli, non si vergognano di rinvii, di inversioni di marcia, lungo il percorso delle relazioni che incessantemente tessiamo tra moti dell'animo, motivazioni, vuoti, simboli, parole. Fili luminosi si intrecciano a tracce oscure e abissali nella misteriosa forza che ci sospinge. Scrivere poesie è porsi all'intersezione tra l'io e il resto. È spostare in continuazione questo incrocio verso un punto di equilibrio, che si trova sempre altrove.