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4 luglio 1939. Mentre il fascismo continua ad accumulare prigionieri nelle sperdute colonie di confino politico, una giovane donna sta raggiungendo il marito proprio in uno di quei luoghi: Ventotene. Lei è Ursula Hirschmann, lui Eugenio Colorni. È seduta in un angolo dell'imbarcazione, Ursula. Le dita serrate l'una contro l'altra consumano le nocche e ostacolano il flusso del sangue. Intorno è tutto blu, Gaeta è sparita dietro l'orizzonte oltre la scia di quella nave. Sull'isola, assieme al marito Eugenio, ci sono anche Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Confinati dal regime per le loro idee, diventano amici e iniziano a riflettere sulla possibilità di un mondo nuovo, contro il rincorrersi delle guerre e l'insaziabile volontà di dominio degli Stati. E quelle riflessioni diventano parole raccolte clandestinamente. L'isola di Ventotene accoglierà Ursula, a periodi alterni, per altri due anni. Anni nei quali il suo amore per Eugenio cambia e le incertezze di un'esistenza in bilico si trasformano in una strada da seguire. Un puntino in mezzo al Mediterraneo si trasforma nel palcoscenico di una rivoluzione senza precedenti e nell'ottobre del 1941, coraggiosa e libera, Ursula porterà sulla terraferma le cartine delle sigarette dove era stato trascritto a matita il testo di quello che passerà alla storia come il Manifesto di Ventotene.