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Il testo viene incoraggiato dalle parole di papa Benedetto XVI rivolte alla curia romana: «Credere non è altro che, nell'oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio, ascoltare la Parola, vedere l'Amore». Il testo avverte circa lo stato di fragilità del nostro presente in cui la storia avanza verso un profondo disagio e in cui le tante realtà, che un tempo apparivano splendide, sono ora ridotte a un triste cumulo di macerie, effetto dell'immane devastazione delle numerose certezze che in passato hanno contribuito all'origine stessa della cultura occidentale.