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Chi ritrae un evento, deve riuscire a raccontare l'anima della musica nelle immagini raccolte, a trasferire il suono, la sensibilità degli artisti che trapela dal tocco di uno strumento, utilizzando la macchina fotografica come semplice mezzo e non come fine. Antonio Bergamino riesce in tutto questo, perché ha un occhio che non è quello fisico, ma qualcosa di più profondo che lo pervade: la capacità di cogliere sfumature impercettibili per chi assiste a ciò che accade sulle tavole di un palcoscenico e per chi a quell'evento non ha preso parte. "Sto inseguendo la luce, anzi la lama di luce, quel guizzo che saetta per pochi secondi tra i volti di chi suona. La vedi, la lama di luce, che si appiccica alle superfici specchiate creando bagliori inattesi, poi rimbalza e in un battibaleno illumina un volto."